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I TRULLI DI ALBEROBELLO: STORIE E LEGGENDE
La storia attribuisce la nascita dei trulli a Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona, conte di Conversano, detto il Guercio. Il conte voleva fare del paese di Alberobello un proprio feudo, indipendente dalla corte di Napoli e per questo motivo incitò i cittadini a stabilirvisi. Ma, in seguito all’editto “Prammatica de Baronibus” venne imposta l’autorizzazione regia per ogni nuova costruzione. Allora, il Guercio ordinò ai suoi sudditi l’impiego di pietre a secco senza l’uso della malta, di modo che in caso di ispezione governativa, le case avrebbero potuto essere smontate e poi riedificate ed il conte non avrebbe dovuto nulla al re.
Dopo aver compreso come i trulli di Alberobello siano nati da un inganno, passiamo ad alcune considerazioni sui simboli e sui pinnacoli che li caratterizzano. I simboli disegnati a mano libera con l’uso della calce (indice di purificazione) richiamano diverse tradizioni magico-pagane, ma anche cristiane. Sembra che essi fossero tinteggiati sulle cupole dei trulli per scacciare il malocchio, per augurare buona fortuna 0 per propiziarsi un buon raccolto. Invece, i pinnacoli posti alla sommità dei trulli hanno un valore magico o ornamentale? Le forme che li caratterizzano (il disco, la sfera, la piramide a base quadrata o triangolare) erano connesse nell’antichità al culto del sole praticato dai popoli agricoli primitivi. Tuttavia, sembra prevalente la tesi che essi rappresentino solo la firma del maestro trullaro che li ha edificati.
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Infine, esaminiamo alcune fattispecie speciali di trulli di Alberobello. Iniziamo con il trullo Sovrano, l’unico a due piani e alto 15 metri, adibito oggi a museo. Simbolo dell’indipendenza civile di Alberobello è la Casa d’Amore, costruita in cotto, con l’uso della malta, dopo che i Borboni avevano liberato la cittadina dal vassallaggio degli Acquaviva d’Aragona. Invece, nel Rione Monti è possibile ammirare i trulli Siamesi. Essi sono particolari per la loro “forma doppia” con due ingressi uno per cono che si affacciano su strade diverse. Una leggenda popolare narra che il trullo fosse abitato da due fratelli, innamorati l’uno all’insaputa dell’altro della stessa fanciulla. Quest’ultima pur avendo promesso fedeltà al maggiore, convolò a nozze con il minore. Allora il fratello maggiore avvalendosi del diritto di progenitura scacciò i due amanti. L’altro reclamò la sua parte di trullo che così fu diviso in due con due diversi ingressi. Infine, vi è la chiesa di sant’Antonio, la cui particolarità risiede nella struttura a forma di trullo e nel fatto che fu eretta come simbolo di lotta contro le altre religioni.
Vi aspettiamo qui, così potrete ammirare di persona i trulli di Alberobello!
Mariaelena Grimaldi