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Le “Specchie del Salento” tra storia e leggende
Le tante leggende pugliesi, rendono questa terra ancor più ricca di fascino. Oggi vi raccontiamo alcune storie sulle Specchie del Salento.
Ma cosa sono le Specchie del Salento?
Le “Specchie” sono costruzioni simili a delle torri presenti soprattutto nelle zone del Salento. Consistono in manufatti dalle origini antichissime realizzati a secco da cumuli di pietre calcaree.
Non è possibile dare a queste costruzioni una collocazione storica precisa: secondo alcuni studiosi infatti, la loro comparsa risale al Neolitico, mentre, secondo altri risalgono ai tempi dei messapi.
Il termine specchia deriva dal latino “speculum” e sta ad indicare un punto di avvistamento. La loro funzione reale è molto incerta. Secondo alcuni paleontologi le Specchie rappresentano dei ruderi di antiche e gigantesche abitazioni, simili ai nuraghi sardi e ad ai tanto famosi trulli, per altri sono delle costruzioni erette a scopo difensivo dall’uomo primitivo, infine, per altri ancora hanno funzione tombale.
Ma l’ipotesi più concreta, sia per struttura che per collocazione, è che servissero come posto di vedetta per controllare la costa.
Secondo gli studi e le ricerche condotte dal 1941 esistono Specchie sia di grandi dimensioni tipiche delle zone del Salento, sia di piccole dimensioni che appaiono in tutta la Japigia (territorio abitato dal popolo degli Japigi, corrispondente all’attuale regione Puglia, dal quale prende il nome). Quest’ultime sono alte all’incirca 4 metri ed hanno carattere funerario risalenti all’età del ferro.
Nel territorio di Salve (comune italiano con circa 5000 abitanti della provincia di Lecce) sono presenti tre specchie:
- la Specchia Cantoro;
- la Specchia Spriculizzi;
- la Specchia Cucuruzzi o dei Fersini, la più imponente e sicuramente la più antica delle tre.
Ma tra le tante le tante Specchie presenti in Salento quella che più suscita l’interesse di studiosi e turisti, è la “Specchia dei Mori” nei pressi di Martano (Le), a ridosso della strada provinciale Martano-Caprarica. Intorno a questa torre ruotano diverse leggende pugliesi piene di fascino e mistero.
La “Specchia dei Mori” conosciuta anche come la “Segla tu demoniu”, è così chiamata perché, secondo la leggenda, nasconderebbe un tesoro formato da una chioccia e dodici pulcini d’oro, custoditi però dal demonio.
Un’altra leggenda narra che dei giganti Mori, antichi abitanti di questi luoghi, un giorno eressero una specchia molto alta, per raggiungere il cielo. Gli Dei non gradirono questo gesto di sfida e così fecero crollare la torre seppellendo con le pietre tutti coloro che l’avevano costruita e sotto cui vivono da allora.
Oggi ciò che resta delle Specchie sono degli enormi cumuli di pietre ormai prive di una forma ben definita.