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Il Salento raccontato nelle poesie di Vittorio Bodini
Vittorio Bodini, poeta leccese nato nel 1914, dedica tutta la sua vita alle poesie sulla Puglia, per sperimentarne una sua personalissima interpretazione.
In tutti i suoi versi sono espressi i sentimenti di un uomo che ha sempre avuto sete e voglia di vivere a causa di un senso di precarietà che non lo ha mai abbandonato.
Le città che ispirano le poesie di Vittorio Bodini
In molte delle sue poesie una tematica costante è la sua terra. In alcune delle sue opere Bodini menziona, infatti, diverse località del Salento, quali Lecce, Torchiarolo, Cocumola.
Egli scava nelle origini, nei miti, nelle tradizioni del suo Sud per ritrovare un’ancora che lo trattenga contro la paura del tempo perduto.
Salento amore odio
Vive un rapporto conflittuale con il Salento, odiato ed amato, si sente imprigionato e soffocato dalla vita di provincia e guarda, invece, all’Europa, come una meta piena di fermenti culturali negli anni ’50.
Nonostante tutto, dalle sue poesie traspare chiaramente la bellezza, i suoni, i colori, gli odori, i dolori, i tramonti insanguinati, le lune, del Salento.
Alcuni versi di Vittorio Bodini:
“Qui non vorrei vivere dove morire
mio paese, così sgradito da doverti amare;
lento piano dove la luce pare di carne cruda
ed il nespolo va e viene fra noi e l’inverno”.
“Come una mezzaluna nel sole di maggio,
la tazza di caffè, le parole perdute,
vivo ormai nelle cose che i miei occhi guardano:
il divento ulivo e ruota d’un lento carro,
siepe di fichi d’India, terra amara
dove cresce il tabacco.
Ma tu, mortale e torbida, così mia,
così sola,
dici che non è vero, che non è tutto.
Triste invidia di vivere,
in tutta questa pianura
non c’è un ramo su cui tu voglia posarti”.
“Come una mezzaluna nel sole di maggio,
tra palazzi di tufo,
in una grande pianura.
Sulle rive del nulla
mostriamo le caverne di noi stessi
lordo di sangue nei tramonti, un libro
lento, di pochi fatti che rileggiamo
più volte, nell’attesa che ci dia
tutte assieme la vita
le cose che crediamo di meritare”.
in tutta questa pianura
non c’è un ramo su cui tu voglia posarti”.
Vittorio Bodini