Alla scoperta di Puglia e Basilicata
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XFood. Qualcosa di diverso
In un luogo in cui, per anni, alcuni hanno visto solo cumuli di niente, un gruppo di giovani imprenditori, professionisti e ragazzi hanno visto, invece, un’opportunità di rinascita e di riscatto sociale e culturale.
Un luogo abitato solo dalle ombre di un passato ormai decaduto e dimenticato, ha ripreso vita diventando un posto dove si incontrano pensieri, dove i progetti si realizzano insieme, dove la cultura unisce e fa crescere.
ExFadda: l’officina del sapere. Si chiama così lo spazio di inclusione e aggregazione sociale sorto all’interno dell’ex stabilimento enologico “Dentice di Frasso” a San Vito dei Normanni (Brindisi), caduto in disuso a metà del secolo scorso e rimasto per decenni in stato di totale abbandono.
ExFadda è tutto questo ma è anche altro. Molto altro. ExFadda è una scommessa vinta, è la determinazione, l’entusiasmo, la volontà di giovani menti, capeggiate dal Project Manager Roberto Covolo, che hanno saputo trasformare un’idea in realtà dando vita ad un progetto che continua a crescere e che non ha intenzione di arrestarsi.
Quello che un tempo era un opificio oggi è una scuola di musica, un live club, un caffè, un laboratorio di teatro, artigianato, di disegno e pittura, un collettivo fotografico, una palestra di parkour, un centro ludico, e a breve sarà anche il primo ristorante sociale della Puglia.
Ho incontrato Carmen Di Coste, progettista del Consorzio Nuvola e responsabile, insieme al presidente del Consorzio Irene Milone, del progetto XFood.
XFood si inserisce all’interno del progetto “Calimero” nato da una collaborazione tra il Consorzio Nuvola e la Sandei S.r.l., una delle società che gestisce lo spazio ExFadda. L’obiettivo è quello di inserire soggetti con disabilità fisico-motoria, mentale e sensoriale all’interno di un contesto lavorativo, nell’ambito delle attività di orticoltura e ristorazione. Tramite selezione pubblica e col supporto di psicologi, educatori e tutor sono state selezionate sedici persone di diversa età che da qualche mese hanno cominciato il loro percorso.
Che attività svolgono i ragazzi? Come sono stati preparati?
I ragazzi hanno cominciato a febbraio un percorso integrato di orientamento, formazione e job coaching. Alcuni utenti sono stati preparati a svolgere funzioni di addetto sala e aiuto cuoco, altri si sono occupati della creazione di un orto sinergico i cui prodotti verranno utilizzati all’interno del ristorante secondo un progetto di filiera corta a km zero. In questo momento, inoltre, in attesa che venga aperto il ristorante, alcuni ragazzi sono impegnati nel bar di ExFadda e per noi è stata una grande sorpresa perché si stanno divertendo molto e stanno imparando cose nuove.
Il vostro slogan è “XFood. Qualcosa di diverso”. Perché?
Sì, “diverso” e speciale come le persone protagoniste di questa esperienza. “Diverso” nel senso di innovazione e novità nella nostra regione. “Diverso” come il caratteristico ristorante interamente realizzato con arredi di recupero. Non c’è una sedia, un tavolo o un piatto uguale all’altro. I ragazzi hanno partecipato ovviamente a tutte le fasi dell’allestimento, scegliendo le stoffe per il tovagliato, collaborando alla costruzione della pedana esterna del ristorante, verniciando sedie e complementi d’arredo.
A Luglio il progetto “Calimero” si concluderà. Che cosa succederà dopo?
Il nostro obiettivo era quello di realizzare un progetto che non fosse fine a se stesso, che potesse insegnare qualcosa di concreto a questi ragazzi, qualcosa che rimarrà e sarà utile anche quando il progetto “Calimero” terminerà. Abbiamo pensato al “lavoro” come strumento di inclusione sociale e di responsabilizzazione. Le persone coinvolte nel progetto hanno imparato a lavorare, a essere autonome, ognuno secondo le proprie possibilità, a essere e sentirsi utili.
Carmen, ti ascolto e mi rendo conto che in realtà sono i tuoi occhi a parlare…
Sì, è vero. In questo momento sono loro la mia più grande gioia; sono stata assorbita da questo progetto bellissimo e i ragazzi mi danno tantissime soddisfazioni; Non ti nego che abbiamo incontrato delle difficoltà, in alcuni momenti ci sono livelli di stress lavorativi molto alti, ma siamo molto attenti a questo e grazie all’aiuto della nostra psicologa, dell’assistente sociale e del nostro Job coach, Antonio Spera, che vanta solide competenze in questo ambito, riusciamo sempre a mantenere un clima di serenità ed entusiasmo.
Qual è la cosa che vi gratifica di più?
I ragazzi sono molto felici e questa è anche la nostra felicità. Alcuni frequentavano dei centri diurni, altri invece, passavano le loro giornate in casa, perché in queste situazioni capita a volte che le famiglie siano iperprotettive. Per noi, quindi, è una gioia immensa vedere che pian piano acquisiscono autonomia e indipendenza e che ora riescono persino a prendere un pullman da soli per raggiungere i paesi vicini. Ci gratifica e ci emoziona leggere la gioia negli occhi dei genitori che per la prima vedono i loro figli lavorare per davvero.
Ringrazio Carmen per questa bella intervista e ringrazio anche le tante persone che ogni giorno si impegnano per rendere possibile tutto questo con dedizione, passione e tanto impegno. Parlare con lei è stato come affacciarsi ad una finestra, una di quelle che si aprono su panorami inaspettati e meravigliosi che puoi certamente dimenticare. Da quella finestra ho visto gli occhi entusiasti di quei ragazzi, i sorrisi compiaciuti delle loro famiglie, ho visto maniche rimboccate e mani che non hanno paura di sporcarsi, ho visto voglia di cambiamento, innovazione. Ho sentito l’odore del passato diventare profumo di futuro.
La Fondazione Unicredit si è messa a disposizione per questo progetto finanziando l’80% del costo delle cucine e aprendo un crowdfunding all’interno della piattaforma “Il mio dono” (per sostenere XFood, questo il link: https://www.ilmiodono.it/it/iniziative/?id_iniziativa=2592 ).
(Foto di Daniele Errico, Dino Maglie, Martina Leo di XFoto: http://www.exfadda.it/xfoto/).
Giovanna Gallo.